Classe 2^C, scuola secondaria di primo grado “Gen. A.Cantore”

Quando ci hanno proposto di approfondire la conoscenza del castello di Gemona abbiamo pensato che molto è già stato scritto in diverse pubblicazioni, e questo è importante, ma che altrettanto importanti sono i racconti di coloro che hanno visto il castello prima del terremoto del 1976. I testimoni ci trasmettono le loro esperienze di vita, le loro emozioni, i loro ricordi; condividono con noi la loro memoria. Ci sentiamo fortunati ad aver raccolto questo prezioso materiale e ci fa piacere metterlo a disposizione di chi, oggi e in futuro, vorrà leggerlo.

Le interviste sono state realizzate seguendo uno schema fisso, che abbiamo ideato pensando alle informazioni principali che volevamo raccogliere. Abbiamo intervistato nonni, bisnonni, amici di famiglia. A tutti loro diciamo un sincero “Grazie!” per la disponibilità e per quanto ci hanno insegnato.

Intervista alla signora ANNAPIA MAZZANTI

Alunno intervistatore: Yuna Bertolini.; classe 2^C, Scuola secondaria di primo grado “A. Cantore”, Gemona.

Persona intervistata: signora Annapia Mazzanti; di Gemona; nata nel 1954. 

Data dell’intervista: 16/01/2024

Com’era il castello prima del terremoto?

Il castello era abbastanza simile ad adesso, in alcune aree più diroccato, rispetto agli ultimi lavori di ristrutturazione fatti a seguito del terremoto. Infatti, vicino alla torre dell’orologio presente oggi, c’era una seconda torre crollata con il terremoto e non più ricostruita

Dal lato della piazza del Ferro c’era poi una seconda salita, ora chiusa per i lavori, che portava al castello e da cui si accedeva ad un piccolo ponte; ritenevano essere come un piccolo ponte levatoio per accedere al castello.

Che attività si svolgevano presso il castello?

I bambini lo consideravano un posto “magico”, perché una leggenda diceva chi lì era stato sepolto un tesoro difeso da un drago e da bambina io e alcune mie amiche salivamo al castello con palette e secchielli alla ricerca del tesoro.

Al castello si svolgevano alcune attività di svago presso uno spiazzo cementato, che veniva usato come una “pista da ballo” con un piccolo palcoscenico e un piccolo bar, dove gli adulti organizzavano serate di ballo e eleggevano la Bella Castellana.

Mentre i bambini, quando la pista era libera, andavano a pattinare e a giocare tra loro.

Era un punto di ritrovo per i ragazzi?

Sì, era considerato in parte un punto di ritrovo in quanto in alcuni periodi venivano organizzate delle serate danzanti tra adulti e i bambini andavano spesso a giocare lì. 

Intervista al signor VINICIO SORAVITO

Alunno intervistatore: Alessandro Venir; classe 2^C, Scuola secondaria di primo grado “A. Cantore”, Gemona.

Persona intervistata: signor Vinicio Soravito; di Gemona; nato nel 1940. Il signor Vinicio è il nonno di Alessandro.

I ricordi sono riferiti agli anni ‘60/’70.

Data dell’intervista: 24/11/2024

Com’era il castello prima del terremoto?

C’era la torre grande e la “Torate” che è sempre stata mezza distrutta. Non si poteva entrare pubblicamente nell’edificio e poteva andarci solo il custode della torre che doveva salire ad avviare l’orologio perché non era elettrico. Salendo altre rampe di scale si poteva raggiungere il tetto del castello. La torre piccola era quadrata ma non veniva utilizzata perché in parte era crollata. Per accedere ai giardini, aperti alle persone, si saliva da via Bini con una lunga scalinata che portava alla pista da ballo. Si poteva accedere anche da Piazza del Ferro. A quei tempi il castello ospitava anche le prigioni con il guardiano che controllava i carcerati facendogli anche da mangiare.  

Che attività si svolgevano presso il castello?

C’era la pista da ballo con il bar, che però era aperto solo nei weekend estivi.

C’erano le serate con le danze e l’orchestra che suonava. I balli erano a pagamento, ma io e il mio amico che lavoravamo al cinema potevamo entrare gratis dopo il lavoro.

C’era anche Miss Gemona, la ragazza più bella votata dai ballerini.

Era un punto di ritrovo per i ragazzi?

No. Non c’erano attività particolari per ragazzi ma si poteva andare a passeggiare per i giardini in compagnia.

Intervista alla signora OLGA CANTONI

Alunna intervistatrice: Valentina Sist; classe 2^C, Scuola secondaria di primo grado “A. Cantore”, Gemona.

Persona intervistata: signora Olga Cantoni; di Gemona; nata nel 1942. La signora Olga è la nonna di Valentina.

Data dell’intervista: 22/12/2024

Olga, mi racconti com’era il castello prima del terremoto del 1976?

Proprio com’è adesso. Secondo me è stato ricostruito simile a com’era prima. È cambiato ciò che sta intorno, perché c’erano più case attorno e c’era anche l’ospedale.

In castello andavamo su con le mie zie di Tarcento in primavera, per farci un giro. Non ricordo molto com’era l’interno. Ricordo però che c’era la casa del custode e, molti anni prima, le prigioni erano attive.

Che attività si svolgevano presso il castello?

Ricordo che in estate, specialmente nel mese di agosto, c’era la pista da ballo. Un bel ricordo che mi è rimasto è quando il 13 agosto è nata mia figlia e dall’ospedale, che era lì vicino, sentivo la musica che arrivava dal castello. 

Ricordo anche che alle ore 22 suonava la campana che si trovava in castello, che scandiva l’ora di rientro nelle proprie case.

Intervista al signor LUCIANO VALE

Alunno intervistatore: Simone Cargnelutti; classe 2^C, Scuola secondaria di primo grado “A. Cantore”, Gemona.

Persona intervistata: signor Luciano Vale; di Gemona; nato nel 1946. 

Data dell’intervista: 15/01/2025

Com’era il castello prima del terremoto?

Tutti sappiamo che i Gemonesi vedono nel castello uno dei simboli delle proprie radici.

Questo sentimento forse non tocca quanti, nati dopo il terremoto, hanno da sempre visto nel colle un posto inaccessibile e inospitale; ma chi è solamente un poco meno giovane non può dimenticare la bellezza del luogo, la suggestione dei panorami, l’incanto del giardino, il profumo delle sere d’estate.

Prima di divenire tutto questo, il colle del Castello era un posto estremamente brullo e per nulla piacevole anche a causa della presenza delle carceri mandamentali.

Fu la Pro Loco di Gemona, la Pro Glemona, che si impegnò fin dal 1904 al recupero dell’intero colle, con la messa a dimora di numerose piante ed arbusti, la realizzazione di un giardino a terrazzamenti dai vialetti ben delimitati, la sistemazione dell’accesso e successivamente perfino l’illuminazione elettrica che dal 4 agosto 1920 ornava l’intero giardino con palloncini alla veneziana.

Nel 1922 sulla parte meridionale del colle fu completata una piccola costruzione per ospitare un buffet, dove spesso si esibiva la banda musicale dell’associazione.

La sistemazione definitiva dei giardini avvenne nel 1934, mentre nel 1939 venne aperto il nuovo accesso da Piazza del Ferro e dalla strada nuova (oggi via XXVIII Aprile).

Nel 1946, con la rinata autonomia della Pro Glemona, tutto il complesso dovette essere risistemato dopo i gravi danni arrecati dalle truppe tedesche e cosacche d’occupazione.

Nel 1950 si progettò il rifacimento dell’impianto di illuminazione e la costruzione di una vera pista da ballo in cemento, in sostituzione dell’ormai logoro Breâr.

La pista da ballo venne realizzata nel 1951, approfittando dei lavori per il nuovo serbatoio dell’acquedotto che l’impresa Goi stava costruendo per conto dell’amministrazione comunale.

Sul finire degli anni ’50 la Pro Glemona trovò un valido aiuto per la sorveglianza e i piccoli lavori di manutenzione del giardino in Giuseppe Gori, il nuovo custode delle carceri, anche se non dobbiamo dimenticare che un grosso contributo alla sistemazione dei giardini fu assicurato dai ragazzi dello IAL, l’Istituto Addestramento Lavoratori diretto da Eligio Bellina, che accanto alla torate costruirono una vasca per i pesci rossi, poi decorata da Cilio Boezio con un castello medievale in miniatura.

Dopo la costruzione della pista, risalgono ai primi anni ’60 due ulteriori interventi che permisero alla Pro Glemona di migliorare la struttura dedicata alle serate danzanti: 

la realizzazione di un chiosco fisso per il bar, sotto la torre dell’orologio e, 

sul lato opposto, la creazione di uno spazio sopraelevato e coperto destinato ad ospitare l’orchestra e il pianoforte, acquistato nel 1964. 

Sempre nel 1964 la ditta Kilot dei fratelli Marini fu incaricata del nuovo impianto di illuminazione.

Con il 1967 era cessata la funzione carceraria dell’unica parte abitabile del Castello e si erano resi disponibili alcuni locali che, dopo un intervento di riatto da parte dell’amministrazione comunale, nel 1969 furono messi a disposizione della Pro Loco. L’associazione per più di qualche stagione vi allestì mostre di pittura e di artigianato artistico.

Nel 1971 il complesso del colle fu rimesso a nuovo e il giardino curato fin nei minimi dettagli: si trattò di un grande impegno portato a termine con l’aiuto dei ragazzi dello IAL.

Nel 1974 la mostra ex tempore di pittura fu allestita utilizzando nuovamente i locali delle ex carceri.

La lunga storia del Castello fu bruscamente interrotta nel 1976 quando non solo gli edifici crollarono ma l’intero colle subì danni rilevanti con cedimenti, smottamenti e frane.

Ovviamente nulla si salvò delle attrezzature che la Pro Glemona aveva sul colle e che stavano per essere riutilizzate con l’apertura della stagione estiva.

La nostra Città e soprattutto il nostro Centro Storico venne cancellato dalla furia degli eventi e alto, quasi 400 vittime, fu il numero dei morti che Gemona ancora piange.

Che attività si svolgevano presso il castello?

Era un punto di ritrovo per i ragazzi?

„Non calpestare le aiuole“.

Era vero, non potevi, non dovevi calpestare le aiuole, così come non dovevi cogliere i fiori o sporcare la pista da ballo o frugare, dietro il chiosco-bar, nel contenitore del ghiaccio, dove potevi ancora trovare il ghiaccio intatto il lunedì mattina, perché la sera prima l’avevano usato per tenere al fresco vino e bibite durante la serata danzante.

Il Castello, per i ragazzi, gli studenti, gli innamorati, era un riferimento importante, in tutte le stagioni, con il bello e con il brutto tempo, di giorno e di notte.

C’era sempre tanta gente, ma era ordinata, educata, anche perché il signor Varisco e il signor Gori facevano buona guardia e difficilmente qualcuno poteva comportarsi sconvenientemente.

Il parco era in ordine e le aiuole sempre piene di fiori, l’acqua dei pesci, nella vasca con il piccolo castello opera di Cilio Boezio, sempre limpida, sempre pulita.

I ragazzi schettinavano sulla pista mentre il jukebox suonava e nonne con i nipotini, sedute all’ombra, leggevano o sferruzzavano.

D’estate poi, il sabato e la domenica sera, l’orchestra suonava e la pista era piena di coppie che ballavano.

L’illuminazione era perfetta, grazie ai fratelli Marini-Kilot e a Emilio Maschio, che ne curavano la manutenzione.

Luce soffusa, mille colori sugli alti alberi e un riflettore, che dalla torre dell’orologio illuminava il pubblico, ma con discrezione, con luce colorata.

L’estate sembrava più lunga, perché ogni fine settimana veniva organizzato qualcosa d’importante: serate dedicate ai fiori, il ciclamino, la genziana o i narcisi.

Venivano ordinatamente preparati a piccoli mazzi, sui tavolini, serviti ai clienti con le bibite, tutto incluso nel prezzo.

Ma dietro c’era tanto lavoro, tanta buona volontà e tanta collaborazione soprattutto per la raccolta, fatta da chi amava passeggiare per le nostre montagne.

L’appuntamento più importante, la manifestazione più conosciuta e seguita, era l’elezione della Bella Castellana, che si svolgeva la sera del primo sabato d’agosto.

1975  Dai quotidiani dell’epoca leggiamo:

Ha avuto pieno successo la veglia danzante svoltasi nel parco del castello di Gemona, organizzata dalla pro loco per l’elezione della Bella Castellana 1975. 

Come si è riferito, è stata eletta Bella Castellana Anita Battaino, di Ragogna, mentre sono risultate damigelle d’onore Sandra Patat, Maria Pia Fantina, Patrizia Smodis e Silvestra Marcolini. Ha contribuito al successo della serata l’orchestra Spa.

Allego alcune fotografie per accompagnare quanto raccontato, ma per una ricerca più approfondita suggerisco di consultare il volume, edito dal Circolo Filatelico Numismatico Gemonese nel dicembre 2020  “IL CASTELLO DI GEMONA E LE SUE BELLE CASTELLANE 1903/1975”.

Mi sono dimenticato di parlare dell’ultimo „castellano“ del sig. ADRIANO COPETTI, ex necroforo, dipendente comunale, figlio di Bepo Fero, che alle 22,00, alle dieci di sera, di ogni giorno suonava il „campanon“.

Incarico che ha portato avanti dopo il padre dal 1968.

La campana veniva suonata a mano, con la corda, sia per comunicare le 22, sia per annunciare le sedute del Consiglio Comunale.

Solo nel 1973 venne decisa l’automatizzazione dell’impianto per mezzo di un sistema meccanico. 

Adriano con Vanda, sua moglie, e la suocera vissero in castello fino al 1970, ma anche successivamente Adriano continuò, fino al maggio del 1976, a controllare che la campana della torre dell’orologio facesse il suo dovere!

La grande campana cadde con la torre la notte del 6 maggio, ma fortunatamente non si ruppe e quindi venne recuperata, pronta per riprendere il compito antico di segnalare l’ora entro la quale tutti i ragazzini di Gemona dovevano rientrare a casa.

Intervista al signor OTTAVIO LONDERO

Alunno intervistatore: Ginevra Venturini; classe 2^C, Scuola secondaria di primo grado “A. Cantore”, Gemona.

Persona intervistata: signor Ottavio Londero; di Gemona; nato nel 1928. Ottavio è il fratello del bisnonno di Ginevra.

Data dell’intervista: 12/01/2025

Com’era il castello prima del terremoto?

Era come lo vediamo ora ma era ben curato, con siepi alte e verdi, stradine di ghiaia, con panchine, tavolini e sedie e al centro una bella fontana. Le aiuole erano piene di fiori e rose di tutti i colori. C’era anche un bello spazio per ballare.

Che attività si svolgevano presso il castello?

Su al castello c’era un’osteria con un bello spazio interno e un ampio spazio antistante l’entrata con tavolini e sedie per poter mangiare e bere; questo locale era di un uomo che aveva già un’attività in paese e aveva la licenza per fare questa attività.

Qualche volta veniva ospitato qualche spettacolo o la “bella castellana” nel mese di agosto, con una sfilata delle ragazze più belle che arrivavano da paesi vicini o dalle città.

Era un punto di ritrovo per i ragazzi?

Sì. Mi ricordo che da ragazzo partivo a piedi da casa, in via Trasaghis, e raggiungevo il mio amico Guerrino che abitava vicino al cimitero e salivamo a piedi al castello per ballare e stare in compagnia per alcune ore, ma solo nelle giornate di sabato e domenica, quando il lavoro lo permetteva o non si era tanto stanchi.

Era un luogo d’incontro; qualcuno trovava anche l’amore!

Si riempiva di ragazzi che si divertivano staccando la testa dal lavoro nei campi o dallo studio.

Nota dell’intervistatrice

Ha raccontato Ottavio, oggi novantaseienne, che si alzava ogni giorno alle due/tre di notte per andare a piedi a Osoppo nei campi a falciare l’erba per le mucche. Era dura e non vedeva l’ora che arrivasse l’estate appunto per andare a divertirsi un po’, visto le giornate più lunghe.

Intervista al signor GIANCARLO PITTINI

Alunno intervistatore: Noemi Venturini; classe 2^C, Scuola secondaria di primo grado “A. Cantore”, Gemona.

Persona intervistata: signor Giancarlo Pittini; di Gemona; nato nel 1944. Giancarlo è il nonno di Noemi. 

Data dell’intervista: 11/01/2025

Com’era il castello prima del terremoto?

Dunque, il castello generalmente era molto simile a quello che vediamo adesso,

ad eccezione del fatto che dove ora si trova la gru una volta c’era un bar e la pista da ballo dove si andava a ballare il sabato e le domeniche sera d’estate.

Un’altra differenza è che per salire al castello c’erano due percorsi: uno partiva come ora da via Bini e correva accanto alle prigioni che erano ancora in uso; l’altro sentiero, che adesso non c’è, partiva da Piazza del Ferro. Su questo sentiero si trovava circa a metà del suo percorso un ponticello di legno e sempre più o meno a metà c’era un chioschetto che vendeva bevande. Terminava in cima al colle dove adesso c’è il piccolo laghetto.

Che attività si svolgevano presso il castello?

 Prima del terremoto in castello la manifestazione più importante era quella della proclamazione della “Bella castellana”. Sempre in estate, come ho già detto, si passavano le serate lì, ballando sulla pista da ballo perché c’era musica e un fornito chiosco.

Un’altra cosa importante è che prima del terremoto le campane della torre suonavano ogni sera alle 22:00. Non so per certo, ma credo fosse perché si chiudevano le  principali porte medioevali di accesso alla città.

Era un punto di ritrovo per i ragazzi?

Certo, ma non solo per loro. (E soprattutto quando magari non si voleva andare a scuola… ma non dovrei dirlo questo). Era un bel posto per chiunque volesse passeggiare, passare il tempo tranquillamente. Dato il belvedere molti ci andavano anche solo per osservare il panorama, come oggi.

Intervista alla signora MARIAROSA VAZZAZ

Alunno intervistatore: Gabriel Toffolini; classe 2^C, Scuola secondaria di primo grado “A. Cantore”, Gemona.

Persona intervistata: signora Mariarosa Vazzaz; di Gemona; nata nel 1960. Mariarosa è la nonna di Gabriele.

Data dell’intervista: 10/01/2025

Com’era il castello prima del terremoto?

Prima del terremoto su al castello c’erano una pista da ballo e un bar. C’era anche un giardino, dove da bambina giocavo a nascondino o con la palla.

Che attività si svolgevano presso il castello?

D’estate presso la pista da ballo nominavano la “bella castellana”.

Intervista alla signora GIULIANA BOEZIO

Alunno intervistatore: Cristian David Cecchini; classe 2^C, Scuola secondaria di primo grado “A. Cantore”, Gemona.

Persona intervistata: signora Giuliana Boezio; di Gemona; nata nel 1958. 

Data dell’intervista: 19/01/2025

Com’era il castello prima del terremoto?

Il corpo del castello e la torre erano molto simili agli attuali. Vicino ad essi c’era una torre semi distrutta, che veniva chiamata “torate”, che non è stata ricostruita. Fino agli anni ‘60 il castello ospitava anche nel corpo centrale la prigione della città.

Il giardino era più o meno uguale all’attuale. Prima del terremoto era possibile salire al castello anche da Piazza del Ferro passando su un ponticello di legno che non è stato ricostruito.

Che attività si svolgevano presso il castello?

Il castello veniva utilizzato per organizzare degli eventi come la Bella Castellana che allora era molto simile ad un concorso di bellezza. C’era poi la pista da ballo per i festeggiamenti.

Era un punto di ritrovo per i ragazzi?

SI, il castello era il punto di ritrovo domenicale. La domenica pomeriggio era il posto dove i ragazzi si ritrovavano a giocare e divertirsi.

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