Percorso delle antiche mura di Gemona
Lungo le cinte murarie medievali della città
I percorsi di trekking urbano sono adatti a tutti e consentono di unire sport, arte e benessere fisico e mentale.
Il percorso ad anello di 4 km che parte dal Duomo e vi ritorna, dopo aver raggiunto la parte alta di Gemona, permette la scoperta delle cinte murarie medievali e le annesse porte, protezione della città medievale e testimonianza dell’importante funzione di snodo commerciale della cittadina.
Prima tappa: dall'antico Duomo al "Percorso Vita".
Alla scoperta delle tracce romanico - gotiche e delle cinte murarie.
Vista aerea del Duomo di Gemona
Si parte dal sagrato in cui si elevano il meraviglioso Duomo di Santa Maria Assunta e l’annesso campanile, le tracce più autorevoli risalenti al periodo romanico-gotico gemonese giunte sino a noi.
Colpisce il visitatore la facciata del sacro edificio: il portale romanico, nella cui lunetta si celebra il Giudizio Finale; la colossale statua di San Cristoforo alta ben sette metri e posta a proteggere a viandanti; l’elegante gotica Galleria dei Re Magi nella quale sono collocate nove statue raffiguranti scene dell’Epifania e lo splendido rosone centrale. Quello che pochi sanno è che la facciata fu rifatta durante l’Ottocento con interventi volti a renderla più simmetrica rispetto all’origine medievale secondo il gusto estetico dell’epoca.
Dal Duomo al Percorso vita, percorrendo la suggestiva via Bini per raggiungere la torre di Sant'Anna e lo sperone della “Turris ad bellum”.
Ingresso Chiesa di Santa Maria di Fossale
Per raggiungere le mura ci si incammina per via Bini, si tratta della strada più conosciuta di Gemona, che affascina i visitatori grazie agli antichi portici, mantenuti alla loro forma originale dopo il terremoto del 1976 che li distrusse. Continuando a salire per le strette vie di Gemona, si passa accanto alla Chiesa di Santa Maria del Fossale. Nella stessa via un tempo si trovava la “Porta Grideola”, una delle porte appartenenti alla più antica cerchia muraria di Gemona. Il suo nome deriva dall’omonimo torrente che scorreva lungo il margine meridionale del cono di deiezione di Gemona a monte del Duomo e scendeva fino ai piedi di Porta Udine.
Percorso vita Gemona
Superata via dei Conti, si raggiunge il “Percorso vita”. Si tratta di un parco sportivo, pensato come un percorso in uno dei punti più alti di Gemona, all’interno del quale si possono trovare degli spazi dove è possibile fermarsi per usufruire degli attrezzi sportivi. È un ottimo luogo per gli amanti dello sport e, inoltre, è proprio qua che sul lato verso nord-est si può ammirare uno dei tratti più lunghi dell'antica cinta muraria trecentesca con un tratto di fossato, la torre di Sant'Anna e lo sperone della “Turris ad bellum”. Quest’ultima viene citata per la prima volta nel 1387, quando viene fornita di merlatura in “Stalis turris ad Bellum”. Il Patriarca Bertrando ordinò di fortificare le mura dotandole di torri e di un fossato e così la Magnifica Comunità di Gemona iniziò a lavorare già nel 1355. Il Massaro accenna a quattro nuovi Fossati: la “fovea communis” cingeva la cittadella lungo tutto il suo perimetro ed è probabile che servisse come spartiacque dei torrenti Grideule e Vuaiat, mentre sembra che i Fossati verso la pianura avessero invece una funzione difensiva.
Tappa intermedia: Sant’Agnese e Santa Chiara, le porte di accesso alla Gemona più antica.
Dettaglio porta della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Prima di raggiungere le mura, ci si sofferma davanti al parco lapideo formato dai resti della Chiesa di Santa Maria delle Grazie distrutta dal tragico evento del terremoto del 1976 e mai ricostruita. Dalla chiesa ci si incammina per una strada in salita di circa 200 metri fino ad arrivare ai resti della “Porta Sant’Agnese” appartenente alla terza espansione muraria di Gemona. Porta Sant’Agnese, che prende il nome dalla strada che conduce al sella di Sant’Agnese, spesso viene chiamata anche “Porta dei Cappuccini” in riferimento al convento fondato dagli omonimi Padri che sorgeva appena fuori dalle mura della terza cerchia. Citata per la prima volta nel 1366, nei quaderni delle deliberazioni del Consiglio, Porta Sant’Agnese venne purtroppo abbattuta nel 1889 nonostante la volontà del consigliere Elia che si propose di finanziare il suo restauro.
Dai resti della Porta Santa Chiara a via Sottocolle
Dopo una piccola deviazione, si torna sul percorso e ci si avvia verso il convento delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore nei pressi dei resti della Porta di Santa Chiara. Questa antica porta, citata per la prima volta nel libro dei Massari nel 1355, faceva parte della terza cerchia muraria di Gemona. Il nome deriva dal piccolo monastero di Clarisse, detto appunto della Cella o di Santa Chiara, costruito sul fondo donato alle religiose dal Nobile Giacomo Basadonna nel 1277. Nel 1357 viene nominata nei libri dei Massari in quanto dotata di un ponte e, successivamente, anche di una torre di vedetta. Nel 1884 viene abbattuta, di essa rimane solo un pilastrino tuttora visibile.
Si prosegue per Rive dei Venturin dove si possono ammirare le rimanenze di alcuni muri poderali, che in passato avevano la funzione di delimitare i poderi. La strada continua fino al parco di Via Dante, un ampio parco circondato da alberi in cui nei mesi più caldi viene ospitato il cinema sotto le stelle. L’itinerario continua in direzione di via Sottocolle.
Ultima tappa: la via panoramica che conduce a Porta Udine, con sosta in piazza del Ferro.
A questo punto ci si incammina verso uno dei luoghi da dove è possibile avere la vista panoramica sulla piana gemonese, si tratta di una galleria che costeggia il colle SU cui sorge il Castello di Gemona. Uscendo dalla buia galleria il sole illumina la vista di Piazza del Ferro, chiamata così poiché ospitava il mercato gemonese dove la principale merce di scambio era proprio il ferro; anche da qui il paesaggio non è da meno, infatti, è perfettamente visibile in tutta la sua bellezza dal parapetto della piazza. Salendo la scalinata che passa alle spalle del Teatro Sociale ci si dirige verso l’ultima tappa del percorso. Prima, però, si imbocca, nuovamente, Via Bini per aggirare il vecchio ospedale civile di Gemona fino a trovarsi in prossimità dell’imponente Porta Udine.
Porta Udine a Gemona
Porta Udine, chiamata “Porta delle Porte” è l'unica integra dell’antica cittadina. Costruita insieme alla prima cerchia di mura, è una delle quattro entrate dalle quali di accedeva al primitivo nucleo cittadino gemonese, che comprendeva il Castello, Borgo Portuzza e la chiesa di Santa Maria Assunta. La denominazione di “Porta delle Porte”, che ricorre fin dai primi documenti, sottolinea l’antica preminenza rispetto alle altre, che furono inglobate nel tessuto urbano cittadino. La rinomanza di questa porta probabilmente viene favorita dalla sua vicinanza con la Pieve di Santa Maria Assunta e l'ospedale di San Michele. Tra le decorazioni più simboliche del monumento si trova il leone di San Marco, situato in alto e raffigurato con il Vangelo aperto sostenuto da una zampa.