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Alla scoperta di Gemona e Artegna passando per i loro castelli

Un percorso che si svolge su ciclabili e strade a basso traffico alla scoperta dei castelli di Gemona del Friuli e di Savorgnan ad Artegna. Questo percorso è adatto a tutti.

  • place start: Piazza Garibaldi (277 m)
  • straighten length: 17.5Km
  • height altitude difference: 148m
  • schedule duration: 1h 30m
  1. Tracciato e dettagli percorso
  2. Direzioni da seguire
  3. Indicazioni sulla sicurezza
  4. Consigli e raccomandazioni aggiuntive

Tracciato e dettagli percorso

Un percorso alla scoperta della storia di Gemona e Artegna che oggi sono unite da importanti direttrici ciclabili quali la FVG3 e a breve lo FVG1. Adatto a tutti e a tutte le biciclette vi permetterà di scoprire non solo i 2 Castelli ma anche scorci di natura davvero unici e sorprendenti pedalando sempre in sicurezza e senza affrontare dislivelli importanti.

Direzioni da seguire

Si parte da Gemona del Friuli, piazza Garibaldi e da qui ci si dirige verso la ciclabile di Via Sacra per arrivare presso il centro studi per imettersi, svoltando a sinistra, sul tracciato della ciclabile FVG1 Alpe Adria; passeremo in prossimità della stazione ferroviaria di Gemona seguendo sempre le indicazioni della FVG1 fino all'inizio di via Campo, qui svolteremo a sinistra dirigendoci verso via Paludo e il guado del torrente Orvenco; superato questo, pedaleremo sulla nuova ciclabile che collega Gemona con Artegna e che è anche sede della FVG3 pedemontana fino ad arrivare al campo di calcio di Artegna; da qui svoltando a sinistra passeremo davanti alla salita che porta al Castello di Savorgnan, alla chiesa di San Martina ed alla sede dell'Ecomuseo delle Acque. Il rientro avviene grazie ad un'altra ciclabile che passa sotto al Castello e velocemente ci riporterà nel guado dell'Orvenco, da qui seguendo via Vuarbe (anch'essa parte del percorso della FVG3) fino ad arrivare alla fontana di Silans e al Lavodor appena restaurato: ATTENZIONE ALLA SALITA che ha una forte pendenza ed al fondo che risulta scivoloso. A questo punto da porta Udine si entra in centro a Gemona del Friuli percorrendo la storica via bini e si ritorna al punto di partenza.

Indicazioni sulla sicurezza

Fattibile con qualsiasi bici, da menzionare le salite al castello di Savorgnan e al Lavatoio del Glemine che sono particolarmente ripide, quest'ultima presenta anche un fondo non adatto alle bici da corsa, carrelli o biciclette con borse.

Consigli e raccomandazioni aggiuntive

Gemona del Friuli

Solamente attraversando l'abitato gemonese lungo l’arteria principale del centro storico, quanto vi accompagna soddisfa l’occhio e immerge nell’atmosfera cittadina: accolti da Porta Udine, con il Leone di San Marco a ricordare la dominazione veneziana, subito noterete il terrapieno del Duomo, su cui si innalza la chiesa romanico-gotica orgoglio della città. Subito di fronte al duomo sorge palazzo Gurisatti, sede della Cineteca del Friuli che ospita anche l’emeroteca. Proseguendo lungo la suggestiva via Bini si incontra casa D’Aronco, che diede i natali al celebre architetto; palazzo Elti, sede del museo Civico che conserva le opere d’arte recuperate dalle chiese di Beata Vergine delle Grazie e di San Giovanni, rase al suolo dal sisma; e infine il cinquecentesco Palazzo Boton, sede del Municipio.

Lungo vari tratti della via è visibile pure la mole del Castello, ai cui giardini è gradevole salire tramite una scalinata deviando dal percorso, come è interessante visitare tutte le molteplici attrattive della città: dal Santuario di Sant’Antonio da Padova, che ospita ai piani inferiori anche il museo Renato Raffaelli, al museo della Pieve, che conserva il Tesoro del duomo e il registro battesimale più antico del mondo, risalente al 1379; dalla mostra fotografica permanente sul terremoto nel porticato di via Bini fino alla chiesa della Madonna delle Grazie, ricostruita a rudere.

Glemona, Osopo e Artemia vengono ricordate da Paolo Diacono in un famoso passo della Historia Langobardorum tra le città fortificate in cui si rifugiarono i Longobardi durante l’invasione degli Avari.

Artegna

La prima cosa che si nota arrivando ad Artegna è il castello che svetta sul colle di San Martino. Dal 1389 al 1797 residenza dei nobili Savorgnan della Bandiera, in origine fu castrum romano per la sua posizione strategica e successivamente occupato in età gota e longobarda. Accanto al castello sorge la duecentesca chiesetta di San Martino, che conserva gli affreschi risalenti alla prima metà del XVI secolo realizzati dall’artista friulano di origini bavaresi Gian Paolo Thanner, e il campanile eretto nel ‘600. Il colle mostra ancora evidenti impronte di fossili risalenti a 50 milioni di anni fa. È inoltre presente l'ottocentesca chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente, mentre alle pendici del monte Faeit si trova l’antica chiesa di Santo Stefano in Clama, che conserva frammenti di affreschi dell’XI secolo e alcune pietre decorate di età longobarda o carolingia.

L’area si sviluppa in particolare lungo le propaggini meridionali del monte Cuarnan e lungo quelle occidentali del monte Faeit. Le origini di Artegna si ritrovano in età preistorica e ospitò un insediamento celtico. Ad Artegna sono note le risorgive (tulins), nell’area conosciuta come i palus, ubicata essenzialmente nella parte sud-occidentale della pianura alluvionale del territorio comunale. Nel processo di ricostruzione successivo al sisma del 1976, Artegna ha saputo recuperare i tratti armoniosi del suo paesaggio, ricco di prati, boschi e corsi d’acqua, a testimoniare l’uso antico di mulini, segherie o semplici lavatoi pubblici (lavios), ridando vita anche alle architetture rurali nei borghi che circondano il centro e in particolare agli edifici sul colle. È anche famosa per la perizia dei suoi norcini, che ogni anno a fine novembre si ritrovano in festa.

Fontana di Silans

Conosciuta fin dall’epoca romana come punto di ristoro e sosta lungo la via Concordia che si congiungeva con la via Julia Augusta, la fontana di Silans (ad Silanos) è menzionata nella Tabula Peutingeriana (intorno al IV sec.) conservata a Vienna. È un luogo molto amato dai gemonesi per dissetarsi alla sua fresca fonte all’ombra degli alberi.

Lavatoio del Glemine

Il lavatoio (lavadôr), costruito verso la metà del 1500 ad arcate e con la caratteristica copertura a lastroni di pietra, viene alimentato dalla sorgente perenne del monte Glemina. Recentemente restaurato, è l’unico lavatoio pubblico di Gemona. Una passeggiata porta dalla fontana di Silans verso il centro storico passando davanti a questa interessante struttura.