Gemona del Friuli, Sella Sant’Agnese, Laghetto Minisini
Un percorso che richiede un minimo di allenamento ma che non presenta importanti difficoltà tecniche. Interessanti punti panoramici da non perdere.
Tracciato e dettagli percorso
Direzioni da seguire
Dal centro ricreativo L'A.S.eR., mediante una facile e ampia carrareccia, si raggiunge la prativa Sella Sant’Agnese, dalla quale si gode un’ampia panoramica su Gemona e sulla Piana del Tagliamento. Successivamente l’itinerario si sviluppa lungo le pendici del monte Cumieli: una secca salita in ghiaia permette di scollinare il pianetto del Cumieli, punto altimetrico più elevato del percorso. In discesa sempre su un'ampia carrareccia si scende in direzione della frazione di Ospedaletto; particolarmente spettacolare risulta un breve tratto di acciottolato, dal quale si gode una panoramica da cartolina sull’intera Pedemontana Gemonese. Sfiorando i resti del forte di monte Ercole, si scende con pendenze più facili al laghetto Minisini, dal quale poi si raggiunge Borgo Molino, dove s'incrocia l’asfalto; seguendo le tabelle ci si riporta in via da Fornas, la quale con pendenze costanti permette di chiudere l’anello ritornando al punto di partenza.
Dettagli
Indicazioni sulla sicurezza
Attenzione se percorrete il tracciato durante il periodo invernale, nella galleria possono formarsi lastre di ghiaccio.
Consigli e raccomandazioni aggiuntive
Gemona del Friuli
Solamente attraversando l'abitato gemonese lungo l’arteria principale del centro storico, quanto vi accompagna soddisfa l’occhio e immerge nell’atmosfera cittadina: accolti da Porta Udine, con il Leone di San Marco a ricordare la dominazione veneziana, subito noterete il terrapieno del Duomo, su cui si innalza la chiesa romanico-gotica orgoglio della città. Subito di fronte al duomo sorge palazzo Gurisatti, sede della Cineteca del Friuli che ospita anche l’emeroteca. Proseguendo lungo la suggestiva via Bini si incontra casa D’Aronco, che diede i natali al celebre architetto; palazzo Elti, sede del museo Civico che conserva le opere d’arte recuperate dalle chiese di Beata Vergine delle Grazie e di San Giovanni, rase al suolo dal sisma; e infine il cinquecentesco Palazzo Boton, sede del Municipio.
Lungo vari tratti della via è visibile pure la mole del Castello, ai cui giardini è gradevole salire tramite una scalinata deviando dal percorso, come è interessante visitare tutte le molteplici attrattive della città: dal Santuario di Sant’Antonio da Padova, che ospita ai piani inferiori anche il museo Renato Raffaelli, al museo della Pieve, che conserva il Tesoro del duomo e il registro battesimale più antico del mondo, risalente al 1379; dalla mostra fotografica permanente sul terremoto nel porticato di via Bini fino alla chiesa della Madonna delle Grazie, ricostruita a rudere.
Glemona, Osopo e Artemia vengono ricordate da Paolo Diacono in un famoso passo della “Historia Langobardorum” tra le città fortificate in cui si rifugiarono i Longobardi durante l’invasione degli Avari.
Borgata L’A.S.eR.
L’Associazione Sportiva e Ricreativa di Gemona (A.S.eR.) è un’organizzazione a carattere apolitico senza fini di lucro, con lo scopo di promuovere e realizzare attività e centri permanenti a carattere sportivo e ricreativo su base volontaria e democratica ed organizzare competizioni sportive in genere. Si trova nella borgata di Stalis in via da Fornas 31.
Sella e Chiesetta di Sant’Agnese
Sella Sant’Agnese è un luogo caro ai gemonesi, e non solo, dove poter staccare dalla frenesia della vita quotidiana. Segna il confine naturale tra Gemona e Venzone e ha sempre costituito un punto di transito, soprattutto in passato quando il fiume Tagliamento, esondando, rendeva la piana impraticabile. Una volta raggiunta si è pervasi da una sensazione di pace, e ci si può regalare una sosta sotto il porticato della chiesetta, da dove si ammira un suggestivo panorama. Dedicata a Sant’Agnese, la chiesetta risale al XII secolo e sorge sui sedimi di un tempio pagano eretto sull’antico sentiero celtico. Dalla sella la vista si allarga a nord sul conoide dei Rivoli Bianchi, a sud su Gemona e la piana. A ovest risalta il profilo tondeggiante del monte Cumieli, mentre ad est si staglia la cresta affilata del monte Deneal che dà avvio alla catena del monte Cjampon, con un’eccezionale veduta sulle stratificazioni calcaree; i movimenti provocati da una grande faglia hanno ripiegato gli strati e reso distinguibile sulla parete un enorme “ventaglio”. Tutto intorno alla chiesetta si distendono prati che un tempo erano luogo di pascolo per il bestiame.
Monte Cumieli
Dalla sella si raggiunge il monte Cumieli, il cui ambito è ricco di vestigia antiche e di testimonianze della storia recente. La cima del Cumieli conserva i resti di un castelliere preistorico. Su due propaggini dell’altura vennero eretti, a distanza di secoli, altrettanti fortilizi a protezione del territorio sottostante: uno alla sommità del monte Palombar, sede nell’Alto Medioevo di un castello di cui oggi restano le tracce della torre, e l’altro in corrispondenza del monte Ercole. Il profilo montuoso “a dorso di cetaceo” è la prova tangibile dell’intensa azione erosiva esercitata fino a 10mila anni fa dal ghiacciaio del Tagliamento, che in questo punto raggiungeva i 900 m di altitudine. Sulle ripide pareti rocciose esposte a sud è presente una flora termofila ricca di elementi mediterranei di provenienza orientale. Dalla strada militare che taglia il versante occidentale del Cumieli si possono osservare strati di roccia di un’età compresa tra i 18 e i 70 milioni di anni, a cui si aggiungono tracce fossili e piccole faglie.
Forte di monte Ercole
Il forte di monte Ercole, ancora oggi in buono stato di conservazione, fa parte del complesso difensivo dell’Alto Tagliamento assieme ai vicini forti di Osoppo e del monte Festa. Fu costruito nel 1904 per il controllo della Sella Foredôr, passaggio tra i monti Cuarnan e Cjampon, considerata dai comandi militari una delle zone più importanti a livello strategico. A suo sostegno vennero installate anche delle batterie permanenti sul vicino monte Cumieli e a Sella Sant’Agnese, di cui oggi non esistono resti. Il forte di monte Ercole rappresenta uno dei luoghi più suggestivi della Grande Guerra in Friuli anche grazie alla bellezza della natura di questa zona. Sono visibili delle postazioni di guardia (garitte) e tre grandi costruzioni diroccate, in origine adibite a magazzini ed alloggi per i soldati.
Laghetto Minisini
Poco oltre il confine tra Gemona e Venzone alle spalle di Ospedaletto, incastonato in un armonioso paesaggio di boschi alternati a curate radure prative, il laghetto Minisini rappresenta uno degli ultimi esempi di lago periglaciale in Friuli ed è il maggior bacino naturale delle Prealpi Giulie. Nel lago prevalgono il cariceto e il canneto e sopravvive ancora oggi la vegetazione originaria costituita da ninfee, che fioriscono tra giugno e luglio. Il laghetto è inserito, per le sue caratteristiche ambientali, insieme all’area dei Rivoli Bianchi, in un “Sito di Importanza Comunitaria” (SIC) e nella “Rete Natura 2000”.
Ospedaletto
La frazione di Ospedaletto è la parte più a nord di Gemona e l’ultima a chiusura del confine comunale prima di Venzone. Qui sono affiorati tratti della via Julia Augusta e altri tracciati romani inferiori, il duecentesco Ospitale di Santa Maria dei Colli (poi di Santo Spirito) e la trecentesca chiesetta di Ognissanti, dove il terremoto ha messo in luce i due strati di affreschi, risalenti tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento. Tra il 1106 e il 1203 venne costruita la rosta per la presa della Roggia a nord dell'odierno abitato di Ospedaletto. La costruzione di questa rosta costrinse il fiume Tagliamento a deviare il suo corso verso il monte Brancot, dando così origine all’attuale campagna di Gemona (le attuali dighe risalgono al periodo 1831-50). A Ospedaletto c’è il Mulino Cocconi, sede dell’Ecomuseo delle Acque del Gemonese che ospita un centro didattico-ambientale articolato in tre sezioni: il laboratorio didattico, il centro di documentazione sulle acque del Gemonese e il Museo dell’arte molitoria. Ad Ospedaletto sorge infine il cinquecentesco Palazzo Brollo.
Fornace di Ospedaletto
La Fornace Copetti ai piedi del monte Cjamparis era una fornace di calce costruita all’inizio degli anni ’50 grazie allo sviluppo dell’attività edilizia del dopoguerra e rimase in funzione fino alla metà degli anni ’60.